70 morti accertati ed altre decine di dispersi che forse rimarranno tali. Uomini, donne e bambini condannati a pochi metri dalle coste calabresi, ideale punto di arrivo di un'odissea durata giorni.
Sono il bilancio di una delle più grandi tragedie della storia repubblicana, da quando l'Italia è divenuta meta di fenomeni migratori tanto impetuosi quanto complessi.
Si tratta di una tragedia che ha investito in pieno Cutro e Crotone, involontariamente salite alla ribalta mediatica in questi giorni: la prima in quanto costa e spiaggia, luogo di un delitto che è difficile accettare; la seconda in quanto camera ardente, luogo di raccolta di bare innocenti.
In questo difficile ruolo assegnatogli, le comunità di Cutro e Crotone hanno dimostrato a tutto il Paese grande umanità e dignità.
Quella stessa dignità plasticamente impersonata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, cuore e volto delle istituzioni e dell'unità nazionale. La sua presenza austera, silenziosa ma vigile, ha saputo rispondere e interpretare il sentimento dei crotonesi, in tanti radunatisi fuori dalla camera ardente allestita nel "PalaMilone" per urlare che le vite, in mare, si salvano. Sempre.
In tantissimi hanno lasciato il loro saluto a quelle bare, ordinatamente disposte in un palazzetto dello sport che mai avrebbe dovuto e voluto ospitarle. Un ambiente pulito ed in ordine, così come pulita e rispettosa è stata la reazione della città, ben rappresentata dal suo Sindaco che ha invitato la Presidente del Consiglio a far visita sulla costa ionica: un atto dovuto.
Così come dovuto è il profondo sentimento di rispetto, pietà ed amore verso gli occhi di Vincenzo Luciano, pescatore di 51 anni che, in lacrime, racconta tutta la sua delusione nel non essere riuscito a salvare nessun bambino dal mare di quella notte (https://video.repubblica.it/cronaca/naufragio-non-sono-riuscito-a-salvarli-il-dolore-dell-uomo-tra-i-primi-ad-arrivare-in-spiaggia/439349/440314).
Una realtà spesso associata a brutture, inefficienze e classifiche impietose ha dimostrato di avere un tessuto umano e sociale degno di tutto rispetto. Questa tragedia non ha lasciato indifferenti, o peggio, cinici i cutresi ed i crotonesi: sono tanti i gesti, individuali e collettivi, che testimoniano come queste comunità abbiano saputo interpretare il primordiale bisogno di umanità che in questi casi deve far da padrone. La dignità dimostrata da questo angolo di Calabria non era, purtroppo, scontata: proprio per questo ne va dato merito.
Dignità d'Italia, titola la vignetta del disegnatore Mauro Biani pubblicata su la Repubblica del 4 marzo. Per una volta, quella dignità alberga sulle coste ioniche calabresi. La speranza è che quel sentimento entri in altre stanze e si diffonda anche da pulpiti con elevati carichi di responsabilità politica e sociale.

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